Non potevamo non ricordare Anna Politkovskaja proprio oggi, giorno in
cui ricorre il decimo anniversario della sua morte. Non potevano non ricordare
colei che è simbolo della libertà di informazione in tutto il mondo.
“Donna non rieducabile” è la
definizione che il Cremlino ha dato della Politkovskaja, giornalista russa, voce
fuori dal coro, indipendente come il suo giornale, la Novaja Gazeta.
Questa sua
non rieducabilità le è costata la vita;
il 7 ottobre 2006 Anna è stata assassinata davanti alla porta di casa: due
colpi di pistola, al cuore e alla testa.
Giornalista scomoda, poco nota
nel suo paese, molto più conosciuta all'estero, con i suoi libri e i suoi articoli ci racconta senza filtri la vita sociale ed
economica in Russia e il conflitto Ceceno .
La scorsa stagione la abbiamo
apprezzata leggendo uno dei suoi libri “La Russia di Putin”, non è un romanzo
ma una cronaca, parla di Putin o meglio della Russia governata da Putin, senza di
certo toni ammirati.
In un perfetto
stile giornalistico riferisce i fatti, di cui è stata testimone. Come lei
stessa afferma “descrivo quello che succede a chi non può’ vedere”.
La prima parte del libro è dedicata all'esercito, un esercito
corrotto, i cui superiori sono descritti come crudeli e sempre ubriachi. Durissima
è la sua descrizione nei capitoli dedicati ai
singoli personaggi come il colonnello Budanov e il mafioso Fedulev.
Dopo la descrizione della vita di provincia, la Politkivskaja ci parla
della strage del teatro Dubrovka, questi capitoli arrivano al lettore come un
pugno allo stomaco.
Sicuramente un libro di non facile lettura ma che ci ricorda che molto
spesso le dittature si truccano accuratamente da democrazia.
Bellissimo
il film documentario di Eric Berkraut , che vi consigliamo di vedere per conoscere
meglio questa immensa giornalista.
Qui il link per il trailer https://youtu.be/gky5I7U_LFo
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